recensioni 2018
Un dialogo ininterrotto. Studi su Flora Ruchat-Roncati
Un dialogo ininterrotto. Studi su Flora Ruchat-Roncati
a cura di Serena Maffioletti, Nicola Navone, Carlo Toson
Il Poligrafo casa editrice (Padova), 2018
Pp. 244, € 38,00
Questo volume, che restituisce la complessità del rapporto di Flora Rochat con l’architettura, ha avuto origine dalla giornata di studi “Flora Ruchat-Roncati, le opere, la ricerca, l’insegnamento”, tenutasi al Politecnico di Milano nel 2013. Il libro si apre con un ricordo familiare del marito Leo Zanier, poeta e sindacalista. Di seguito il primo saggio è di Ilaria Valente che loda della Roncati l'impegno profuso per gli studi sull'infrastrutturazione del paesaggio montano elvetico, con i progetti per la Transjurane e per l'AlpTransit San Gottardo. Mario Botta rievoca il sodalizio tra lei, Titta Carloni, Aurelio Galfetti e Luigi Snozzi, in occasione del lavoro svolto nella commissione di studio costituita per il progetto del Nuovo Politecnico da costruire a Losanna, che forse indicò il primo manifestarsi di una sorta di "Scuola ticinese". Aurelio Galfetti, suo collega di lavoro per dieci anni, dal 1961 al 1970, parla di quattro progetti con lei "irrealizzati" tranne uno: un grattacielo in Brasile, un progetto urbanistico per la valle del Vedeggio, un edificio per uffici nel Pian Scairolo e un ospedale neuropsichiatrico a Mendrisio. Ivo Trümpy rievoca il progetti condivisi per le scuole di Riva San Vitale, influenzati in particolare dall'osservazione del lavoro di Le Corbusier. Nicola Navone sceglie invece di concentrare l'attenzione su tre opere ritenute esemplari del periodo condiviso dalla Roncati con Galfetti e Trümpy: la Casa dei bambini di Chiasso, la casa per i suoceri di Flora a Morbio Inferiore e il Bagno di Bellinzona. Lo scritto di Sandra Giraudi raccoglie momenti essenziali della sua ricerca e del suo insegnamento e dà significato ai luoghi dove ella a vissuto: Riva San Vitale, Roma, Zurigo, la Carnia, il territorio Alpino. Pascal Sigrist rievoca il lavoro svolto insieme per l'Alptransit San Gottardo, significativamente illustrato in queste pagine. Infine Leo Zanier illustra lo Stöckli, la casa costruita insieme, a Riva San Vitale nel 1995. Unitamente a Carmen Andriani (che descrive il rapporto della Roncati con l'Italia, Roma, Taranto, Crotone, Genova, Reggio Calabria), Rosario Pavia (che descrive l'intervento di edilizia popolare a Taranto), Gabriella Raggi (con cui collaborò a interventi romani di edilizia sociale),i curatori del volume sono gli autori dei saggi conclusivi: Carlo Toson, che ha collaborato con lei, presenta quattro progetti condivisi in Friuli; Serena Maffioletti, docente allo Iuav di Venezia, indaga le composizioni da lei immaginate per l'architettura delle infrastrutture della mobilita, nel dialogo con le forme del paesaggio e riflette sugli aspetti umani e professionali di una così autorevole donna progettista; Nicola Navone, docente a Mendrisio, ne traccia la biografia.(RG)
Contaminatio. Between Art and Agriculture
Contaminatio. Between Art and Agriculture
Angelo Bugatti
Maggioli Editore (Sant’Arcangelo di Romagna), Novembre 2018
Pp. 112 € 14,00
La trattazione si basa in gran parte su ricerche condotte presso l'Università Tongji di Shanghai, della quale l’autore è consulente scientifico. Sono considerazioni sull’architettura e sulla necessità che il progetto di questa si fondi su aspetti teorici, a loro volta basati sulla conoscenza di altre discipline, di diverse manifestazioni artistiche, dell’ambiente e del paesaggio a cui esso si deve riferire.
Si afferma che se una solida radice teorica manca all’architetto, il suo lavoro si limiterà a semplice formalismo, o a un’esecuzione burocratica del compito assegnatogli. Si auspica un’ibridazione dell’architettura in costante aggiornamento, per rilanciarne l’importanza culturale e umana, per la trasformazione del territorio. In tre capitoli, il libro, con abbondanza di citazioni letterarie, artistiche e architettoniche, propone considerazioni sul relazionarsi l’architettura con l’agricoltura, vale a dire sulla sua ibridazione. Ne ripercorre le connessioni con spirito e arte, sottolinea l’importanza della memoria e della conoscenza del passato, di ciò che si è consolidato nel tempo, dei valori prodotti dalla produzione artistica. Considera come la progettazione urbana faccia sostanzialmente riferimento disciplinarmente, in ogni continente, alla città europea.
Gli aspetti di contaminazione storica sono affrontati specificamente da Andrea Bosio, che su questo argomento ha impostato la sua tesi di dottorato. Egli dà risalto alla conoscenza della storia dell'urbanistica, alla relazione tra studi agricoli e architettura, a connessioni interdisciplinari tra architettura, sociologia, studi di genere e arti creative. Poi, con ripetute esemplificazioni storiche e recenti, che combinano ingegnosamente costruzione e natura, che basano il progetto architettonico su metafore, simbolismi e iperboli, integrando a esso agricoltura, agro-ingegneria ed ecologia, si parla di come avviene la contaminazione dell’ambiente abitato dall’uomo. Ciò diviene premessa per una critica radicale all’espansione ormai incontrollata delle metropoli, che vedono dissolversi nella digitalizzazione in atto e nella progressiva sua trasformazione essenzialmente commerciale alcuni dei suoi più significativi caratteri. L'autore pertanto vede positivamente alcuni aspetti specifici della storia cinese e invita a ricalibrare con la ruralità la configurazione fisica degli insediamenti umani.(RG)
Vittorio Gregotti. I racconti del progetto
Vittorio Gregotti. I racconti del progetto
Con uno scritto di Guido Morpurgo
Skira (Milano), 2018
Pp. 160, € 19,50
E’ lecito domandarsi se questo lungo e articolato saggio di Gregotti sulla narrazione dell’architettura sia da ritenersi un trattato teorico sulla progettazione; oppure se l’esporre così tante considerazioni sui significati della pratica disciplinare abbia un fine semplicemente didattico, o di memoria. Gregotti intende racconto del progetto la sua organizzazione progressiva, che trasforma in un insieme di forme di senso coerenti i materiali offerti dall’esperienza. Intende l’architettura lavoro collettivo anche al di là del progetto, nella sua realizzazione tecnica, esecutiva, ma anche metodologica e ideale. Caratterizzano il particolare processo progettuale dell’architettura di oggi il tema delle tecnologie non come mezzo, ma come contenuto; l’uso mutato dell’abitare e la sua mobilità; i nuovi possibili modi di costruire e di rappresentare: aspetti che offrono una più grande ampiezza di possibilità costruttive e utilizzative, ma che determinano anche una perdita di contatto dai fondamenti e dalle intenzioni specifiche della pratica artistica.
Il libro, riguardo al progetto di architettura, esamina le modalità con cui si sviluppa il racconto delle intenzioni costruite, delle incertezze, degli ideali, dei segreti, delle sorprese nella costituzione progressiva della forma, del suo significato disciplinare e collettivo. La struttura del libro comprende una lunga introduzione che spiega che cosa Gregotti intenda per racconto del progetto; successivamente una sorta di elenco dettagliato degli aspetti che nel tempo egli ha affrontato per parlare, descrivere, giustificare i suoi progetti: le condizioni e le occasioni che li hanno generati; gli obiettivi ideali; il silenzio, quando li ha caratterizzati, inteso come appello alla calma, all’ascolto, alla memoria e alla riflessione; la disgiunzione tra forma, significato e intenzionalità del progetto; la definizione del soggetto protagonista dell’idea progettuale; l’immaginazione della forma; i segni rivelatori dell’intenzione; lo strumento del disegno.
Poi ricorda quattro caratteri o virtù specifiche del progetto di architettura: la precisione, la semplicità, l’organicità e l’ordine; espone le diverse modalità con cui si racconta l’architettura; parlando delle vicende della sua costruzione; interpretandone criticamente e storicamente il risultato; rappresentandola attraverso una narrazione, visualizzandola, descrivendola; considerandone le ragioni antropogeografiche; mettendo in evidenza il considerare l’architettura frammento di verità; distinguendone soggetto e contenuto, messa in scena, visione utopica, linguaggio, connessioni.
Suggerisce infine di proporre una sequenza narrativa del progetto che sia riconoscibile anche da chi usa gli spazi da esso definiti, da chi lo abita praticamente o idealmente. Per ultimo lo scritto di Guido Morpurgo, che definisce “filaretiane ruminazioni” quelle del suo “maestro” Gregotti, ne conferma la volontà di ritenere la narrazione dell’architettura una forma indispensabile per la trasmissione dell’esperienza e materiale fondamentale per la progettazione. (RG)
New Urban Housing - L’abitare condiviso in Europa
New Urban Housing - L’abitare condiviso in Europa
Stefano Guidarini
Skira (Milano), 2018
Pp. 160, € 25,00
La trattazione riguarda l'attualità dell'abitare nella città: parte dalle idee post funzionaliste, che sottolineano il valore dello spazio urbano, la partecipazione dell'utenza alla progettazione; i CIAM degli anni Cinquanta, l'idea della "varietà urbana", della relazione tra edifici e strada, del quartiere aperto alla città; del ruolo dei parchi e delle piazze; rievoca lo sviluppo della casa borghese tra Ottocento e Novecento, l'Existenzminimum, l'utopia e il più recente manifestarsi di un tipo di casa definito banale, di casa anti-domestica, di casa flessibile e polivalente. A supporto di questa analisi, l'autore, docente al Politecnico di Milano, propone, su 80 pagine del libro, una raccolta di sei casi-studio, edifici o quartieri innovativi, realizzati in cooperativa, a Zurigo, dal 1998 a oggi.
Poi fa riferimento a ulteriori nuove forme di condivisione, ritagliate su misura per gli abitanti, sulla base di un lavoro partecipativo che ha concordato preventivamente le attività da insediare, il disegno e la diversificazione degli spazi interni; cita altri esempi europei di case per anziani, disabili, studenti e di soluzioni coabitative. Infine riassume quindici principi da porre alla base del progetto dell'abitare contemporaneo, dichiarando la necessità di una loro continua riformulazione.
G124 Diario delle Periferie/2 Marghera - Renzo Piano - Skira
G124 Diario delle Periferie/2 Marghera
Renzo Piano
Skira, 2018
Pp. 216, € 29,50
Nuovamente il volume testimonia (dopo quello dedicato alla periferia milanese del Giambellino) l'entusiasmo che il progettista genovese dimostra nel dare concretezza all'incarico da lui assunto in Senato, associando a questi lavori il codice G 124, che identifica la stanza assegnatagli a Palazzo Giustiniani. La proposta di rammendo per il territorio veneziano di Marghera è impostata su sei punti: mescolanza generazionale, economica, etnica e funzionale; fecondazione con edifici pubblici, servizi civici, cultura; luoghi di condivisione per la gente e potenziamento del trasporto pubblico; verde; processi partecipativi; cantieri leggeri per il miglioramento funzionale e energetico. Vari autori (coordinati da Raul Pantaleo, Laura Mazzei, Anna Merci, Nicola Di Croce, tecnici delegati da Piano a questo incarico) dedicano i loro contributi alla descrizione del contesto territoriale; alla storia del porto, dal 1904; a una selezione di foto d'epoca che ne testimoniano il passato industriale; a una ricognizione fotografica dell'ambiente odierno, che è periferia industriale satellite di Venezia, ex area dormitorio, dove si sono formati anche alcuni noti gruppi musicali; a un censimento delle strutture della vita comunitaria esistenti; alle politiche di riconversione dell'area, adottate nel tempo. Infine viene presentata la proposta di intervento che si basa sulla promozione di ORMA, Officina Riuso Marghera; sul recupero dell'ex Istituto professionale Edison Volta a centro e polo culturale ricreativo; sulla riqualificazione eco compatibile dell'area Sud di Marghera, attraverso una strategia di "fitorimedio", con applicazione di opportune tecnologie di bonifica.
Fiore di pietra Monte Generoso - Mario Botta - Skira
Fiore di pietra Monte Generoso
Mario Botta
Skira (Milano),
Pp. 144, € 32,00
Il Fiore di Pietra del Monte Generoso, al confine tra Svizzera e Italia, è una struttura turistica costruita da Mario Botta, sul ciglio roccioso della montagna, a 1.700 metri d’altitudine e offre un panorama a 360 gradi. La sua configurazione a “petali”, costituita da 7 sporgenze a torre, che si inclinano su cinque piani, giustifica il suo nome; mentre la precisa definizione geometrica in pianta e in alzato ne fa un’opera di espressiva razionalità. Il libro propone un elogio introduttivo all’impegno della Società Migros, proprietaria dell’insediamento, da sempre sostenitrice della località; un profilo storico delle strutture erette già nell’Ottocento su questa vetta; un’intervista a Botta, in cui egli rivela il suo attaccamento a questi "suoi" luoghi; poi una riproduzione molto chiara dei disegni architettonici e di dettaglio, le foto di Enrico Cano, gli scritti descrittivi dell’autore, di Gabriele Detterer e di Aldo Colonetti, che considera le opere dell’architetto ticinese sempre ben inserite nel contesto e rivelatrici dei suoi personali interessi. Allegata al volume c’è una riproduzione in facsimile della mappa panoramica del 1888, che esplora a 360 gradi le Alpi e Prealpi svizzere e italiane.
Abitare la condivisione - a cura di Adolfo F.L. Baratta, Fabrizio Finucci, Luca Montuori, Valerio Palmieri - Clean
Abitare la condivisione
Un confronto divulgativo sul tema dell’abitare e della condivisione
a cura di Adolfo F.L. Baratta, Fabrizio Finucci, Luca Montuori, Valerio Palmieri
Clean Edizioni - 2018
Pp. 200, €20,00
Il volume è il risultato di una ricerca condotta dagli autori al Dipartimento di Architettura di Roma Tre e integrata dal contributo di altri studiosi. Tema è il cohousing, coabitazione, che vede insieme residenze e spazi per attività comuni. Nel primo saggio, Luca Montuori approfondisce i significati tematici e considera la capacità del progetto di architettura di rispondere alle mutazioni del concetto di abitare, rispetto ai fenomeni odierni della solitudine sociale, della crisi della famiglia, delle modalità di lavoro. Successivamente Alfonso Giancotti si interroga sul coinvolgimento degli utenti nel processo progettuale della residenza coabitativa, sul rapporto tra spazio privato dell'alloggio e spazio collettivo; sulle modalità di definizione tipologica; sugli interventi di riuso e di recupero, citando numerosi esempi internazionali. Milena Farina considera, negli interventi di edilizia residenziale pubblica del dopoguerra, gli spazi di relazione comunitari e le sperimentazioni sul tema del quartiere, le esperienze dell’INA-Casa e dei piani di zona della Legge 167 del 1962. Adolfo Baratta e Laura Calcagnini affrontano il tema della conformazione dell'alloggio, vale a dire della sua flessibilità distributiva, considerata caratteristica paradigmatica dell’abitare, con richiami storici, esempi progettuali, definizione di alloggio minimo, sperimentazioni e con riferimento al mutare delle esigenze sociali e dei modelli familiari. Fanucci e Magarò si occupano delle tematiche economiche e della sostenibilità economica dei modelli abitativi tradizionali e delle potenzialità offerte dalla condivisione, si soffermano su alcune peculiarità del mercato immobiliare statunitense, proponendo così un ausilio a una progettazione consapevole. Il volume si conclude con una rassegna di 16 casi di studio Europei, a cura di Silvia Pinci e Giuliano Valeri, distinti in schede che riguardano alloggi per i giovani, gli anziani, comunità mirate, recenti sperimentazioni innovative dell’abitare condiviso.
Le cupole sotto il cielo di Firenze - Roberto Corazzi - Angelo Pontecorboli
Le cupole sotto il cielo di Firenze
Roberto Corazzi
Angelo Pontecorboli editore (Firenze), 2018
Pp. 232, €28.80
Nel libro la cupola viene definita simbolo religioso che rappresenta la volta celeste, come perfetta miniatura dell’Universo: è una volta a calotta con simmetria centrale e può esser impostata su pianta poligonale, circolare o ellittica ed avere un profilo a semicerchio, a parabola o ovoidale. La più tipica è a base circolare. A Firenze esistono numerose architetture variamente coperte a cupola, raggruppate nella pubblicazione, secondo i vari quartieri di appartenenza, in due tipi fondamentali: sistemi voltati emergenti nel panorama e sistemi inseriti all’interno di varie architetture, chiese o edifici civili. Le cupole di maggiore importanza sono corredate da informazioni relative alla chiesa di appartenenza e da particolari grafici costruttivi. Sono citate anche alcune architetture prive di cupola, ma emergenti nella città. Viene menzionato anche il Cappellone degli Spagnoli del museo di Santa Maria Novella in quanto nell’affresco è rappresentata la Cattedrale di Santa Maria del Fiore secondo il progetto di Arnolfo. L'autore, già docente all'Università di Firenze, è autore di numerose pubblicazioni e mostre sul Brunelleschi e la sua cupola, inoltre sulla geometria ed il recupero di manufatti architettonici rilevati con strumentazioni tecnologicamente avanzate.
Palazzo Citterio, verso la Grande Brera - a cura di Antonella Ranaldi, Paolo Savio, Annamaria Terafina - Skira
Palazzo Citterio, verso la Grande Brera
a cura di Antonella Ranaldi, Paolo Savio, Annamaria Terafina
Skira (Milano), 2018
Pp. 120, € 22,00
Palazzo Citterio fu acquistato dallo Stato nel 1972 con lo scopo di realizzare a Milano l'ampliamento della vicina Pinacoteca di Brera. Il suo recupero, trascinatosi dagli anni '70, con incertezze, opposizioni, cause legali, imprevisti tecnici, difficoltà finanziarie è stato molto complesso. Questo volume, che segue una precedente pubblicazione sempre di Skira, del 2014, ne racconta l'intera vicenda, forse oggi da considerarsi conclusa, con scritti dei Sovrintendenti che hanno condiviso le responsabilità attuative e di altri protagonisti della disciplina del restauro architettonico. Espone i numerosi interventi che hanno contribuito alla sua rinascita, dal primo progetto di Ortelli e Sianesi, alla proposta di James Stirling; alle recenti realizzazioni di Amerigo Restucci; alla collina di Ermes e al "muro longobardo" di Mimmo Paladino. Segue una raccolta di fotografie che ne descrivono "l'antefatto" - 1975-1995; i lavori, i risultati, illustrando la molteplicità di situazioni ove si è intervenuti: le facciate, le sale, il giardino, la scala interna; le strutture, i pavimenti, i congegni impiantistici. La sorprendente assenza di un rilievo planimetrico, che consenta al lettore di comprendere la sua tipologia, l'eleganza del suo impianto settecentesco e di localizzare gli interventi effettuati, è da considerarsi una mancanza fondamentale. Infatti il libro, curato dall'attuale dirigente e da funzionari della Sovrintendenza di Milano, pur proponendosi fondamentalmente quale strumento celebrativo di un risultato raggiunto con fatica, è in realtà ben di più: un libro di architettura che descrive ed è esempio di dettagli artistici, tecnologici e burocratici sul recupero di un'opera monumentale, funzionale al rilancio di una primaria istituzione museale italiana (RG).
Architettura dell'Eclettismo. Esiste un eclettismo contemporaneo? Moderno e Postmoderno - a cura di Stefano Santini e Loretta Mozzoni - Liguori
Architettura dell'Eclettismo. Esiste un eclettismo contemporaneo? Moderno e Postmoderno
a cura di Stefano Santini e Loretta Mozzoni
Liguori Editore (Napoli), 2018
Pp. 356, €24,64
Questa pubblicazione riporta gli atti del 16° convegno di architettura dell’eclettismo, tenutosi a Jesi nel 2013, a cura di Stefano Santini (Facoltà di Ingegneria di Ancona) e di Loretta Mozzoni (Pinacoteca e Musei civici di Jesi). I libri di questa collana, riferiti a un tema solo apparentemente ristretto, dimostrano come la storia dell'architettura possa essere validamente e sinteticamente analizzata in tanti suoi aspetti. In questa occasione, Luciano Patetta apre la serie dei tredici contributi, parlando anche di distinzione e gusto, di carattere soggettivo dei giudizi e delle scelte architettoniche; definendo quel considerare le varietà dell'Eclettismo una vera novità per la progettualità costruttiva e, in questo senso, rilevando l'importanza assunta dalla stampa, nel dibattito architettonico. Di seguito si riflette sulle riviste di architettura degli anni venti e trenta (Giovanna d´Amia); sull'eclettismo e la modernità dei maestri del '900 (Raffaella Neri), su Futurismo (Mauro Cozzi) e Neoliberty (Guido Montanari); su Gabetti e sulla sua rilettura dell'800 (Rosa Tamborrino); su Carlo Aymonino e sulla sua Camera di Commercio di Carrara (Lorenzo Ciccarelli); sull'eclettismo virtuoso dell´architettura italiana del dopoguerra (Enrico Bordogna); su Aldo Rossi (Chiara Visentin), Alvar Aalto (Fabio Mangone), Robert Venturi (Andrea Maglio); sull'ideologia eterodossa del postmoderno (Fiorella Vanini); sull'architettura danese di Hanning Larsen (Giulio Petti). Va segnalata inoltre l'iniziativa di questa casa editrice napoletana, che inaugura, sul suo sito www.liguori.it, la funzione "cerca nel libro", una risorsa che consente di interrogare e di ottenere l'esatta collocazione di un termine presente in un suo documento (RG).