Spazi e figure dell'abitare - Il progetto della residenza contemporanea in Olanda
Milena Farina
Quodlibet (Macerata), 2012
Pp. 184, € 20,00
Milena Farina, ricercatrice a "Roma Tre", propone in questo libro, teorico e storico insieme, studi sullo spazio dell’abitare nella città moderna, con ricchezza di piccole immagini, fra cui schemi grafici che sintetizzano nelle composizioni costruttive il rapporto tra spazi abitativi e di relazione collettiva. Rievoca, con esemplificazioni tratte dalla storia recente, i principi che sono alla base delle sperimentazioni olandesi sulla residenza. Tali sperimentazioni anche radicali, condotte dagli anni Novanta, da noti progettisti come MVRDV, NL Architects, West8, Mecanoo, hanno portato a una conoscenza più approfondita delle modalità dell'abitare contemporaneo, avendo anche goduto, almeno in origine, di una politica orientata al "sociale" e sostenitrice di un particolare clima culturale.
Dopo i saggi introduttivi che ripercorrono in sintesi quelle esperienze progettuali dal secondo dopoguerra (i concetti urbani di cluster, stem o mat building, di Bakema, Van Eyck, Candilis-Josic- Woods, i coniugi Smithson, Hertzberger, Team X), la trattazione si sviluppa in due parti: "Spazi e Figure” e "Una Genealogia per Temi”. Nella prima, si analizzano progetti che hanno affrontato il tema dello spazio comune all'interno dei blocchi residenziali: la sequenza di spazi che in ambiti semiprivati di pertinenza di poche unità abitative collegano la strada agli alloggi; la differenziazione delle unità abitative all'interno dell'edificio, per rispondere alle diverse esigenze sociali esistenti; la configurazione iconica delle facciate e dei volumi per conferire all'edificio una dimensione sensoriale; l'autonomia volumetrica per rendere riconoscibile l'unità alloggio, rispetto al blocco edilizio; gli spazi aperti privati in dotazione agli alloggi degli edifici multipiano; la flessibilità nella determinazione funzionale degli spazi. La seconda parte riguarda poi la riorganizzazione gerarchica dello spazio urbano a seguito della revisione critica dei principi della città funzionale elaborati nei CIAM; la riabilitazione della strada a spazio urbano per eccellenza; la ripetizione modulare degli elementi compositivi; la composizione centrifuga dei volumi, intesa a favorire la relazione tra dimensione individuale e collettiva dell'ambiente abitativo; il recupero dell'isolato e della tipologia a corte; l'aggregazione dei diversi tipi edilizi in base alla composizione demografica dell'insediamento; la ricerca di equilibrio tra identità individuale e immagine unitaria dell'intervento; la variabilità degli elementi strutturali sia alla scala urbana che architettonica. (R.G.)
Le radici anonime dell'abitare moderno. Il contesto italiano ed europeo (1936-1980)
Monica Bruzzone, Lucio Serpagli, contributi Nicola Braghieri, Aldo De Poli
Franco Angeli (Milano), 2012
pp. 160, € 22,50
I due autori, che insegnano all'Università di Parma, sintetizzano nel libro gli studi effettuati riguardo al carattere identitario dell'architettura italiana del Novecento, che affonda molte delle sue radici nella tradizione popolare e che frequentemente si richiama al passato. Nel saggio iniziale, DePoli afferma che ormai non si discute più sulle forme, ma sui significati simbolici; distingue quattro modi espressivi: classicismo-storicismo, modernità-internazionalismo, tradizione-regionalismo, spettacolarità metropolitana. Poi Serpagli racconta qual è la percezione contemporanea del paesaggio, il profilo di quello mediterraneo, le stratificazioni alpine, le trame e gli orizzonti della pianura; individua la composizione di alcuni esempi di limitata dimensione. Bruzzone riferisce sul simbolismo classicista del dopoguerra, sul recupero dell'identità architettonica nella tradizione popolare e rurale, in un momento di cruciale trasformazione sociale; sulle dimensioni contenute e sulla cura artigianale delle migliori espressioni dei decenni successivi, in una sintesi di modernità e tradizione; poi il controllo intellettuale della forma e le nuove costruttività, attraverso la trascrizione di teorie e metodologie operative. Infine Braghieri cita Rudofsky e Pagano, che celebrano l'architettura minore; poi altri commenti sulla varietà di linguaggi della moderna architettura italiana.
Verso uno «stile nazionale» - Temi e figure per una storia del territorio, della città e delle tipologie funzionali
Maria Canella
Nexo editore (Milano), 2012
Pp. 224, € 29,00
I saggi storici, che l'autrice (docente alla Statale di Milano) raccoglie in questo volume, consentono di riconoscere gli aspetti stilistici che hanno caratterizzato lo sviluppo dell'Italia tra '800 e '900. Con protagonisti soprattutto la Milano "capitale morale" e il suo territorio economicamente progredito, si raccontano episodi di storia urbana, l'invenzione di tipologie funzionali, l'opera di personaggi e dinastie, che furono determinanti nel rappresentare la società italiana e il suo sforzo di modernizzazione. Si espone l'impegno universitario e professionale di architetti e ingegneri, rivolto alla definizione della città contemporanea, dai decenni precedenti l'Unità, all'ultimo dopoguerra; descrivendo: l'attività tecnico scientifica per lo studio del bacino idraulico del Po; l'abbattimento delle mura e il crescere dell'abitato con il venir meno della separazione tra nucleo cittadino e campagna; il sorgere dei quartieri di edilizia popolare, a seguito dell'impegno sociale dell'"Umanitaria"; le trasformazioni funzionali che investirono il patrimonio edilizio monastico; l'insediarsi delle attività manifatturiere, in filande, fornaci, latterie. Sono inoltre celebrate istituzioni benefiche e descritte tipologie assistenziali, derivate da una secolare tradizione civile, riguardo alle quali ruolo importante ebbero esponenti dell'aristocrazia ambrosiana e della borghesia politecnica.
Coperture - Tecnologie, materiali, dettagli
Gianluca Brunetti
Wolters Kluwer Italia (Milano), 2012
pp. 336, € 29,75
Nel libro, l'autore (docente al Politecnico di Milano), distingue le tipologie di copertura, originatesi diversamente nel mondo per influenze climatiche e modalità costruttive e, solo di recente, accomunate dall'uso di accorgimenti per l'impermeabilizzazione e la coibentazione. Delle coperture piane, descrive strutture di supporto, soluzioni per il controllo termoigrometrico, differenti stratificazioni materiche adottabili; accenna a coperture piane rovesce, ventilate, giunti di spostamento e di dilatazione, raccolta e convogliamento delle acque, bordature e perimetrazioni, coperture a verde, soglie, balconi, ponti termici. Le coperture inclinate sono classificate morfologicamente, in base alle loro strutture (in legno, a capriate tradizionali e moderne; in acciaio, in cemento armato, a pannelli, a portali, a shed); agli strati di chiusura in tegole laterizie, ceramiche, fibrobituminose, in lastre profilate di vari materiali, in paglia, in pannelli compositi. Si analizzano aspetti relativi alla corrosione; sono offerte differenti soluzioni di ventilazione e esempi di involucri trasparenti; sono descritti gli elementi tecnici di completamento: colmi, displuvi, compluvi, grondaie. A corredo di ogni argomento ci sono disegni e foto e innumerevoli schizzi di dettaglio, inseriti direttamente dall'autore nel testo, rendendo precisa e puntuale la spiegazione di ogni aspetto tecnologico.
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